13 ottobre 2007

Faccialenta séguita a cialtroneggiarmi indella crappa (pigiare la prima imago indello riquadro destrorso por occhiarne lo infortunante lessico).

Oltre isto annuncio la mia prima disamina.
Come più volte rabescato in àlteri dove, fido la quasi intiera schiatta femminile inabile alla scrittura (in vero credola inetta in qualavolliasi attitudo creativa, eccetto allo forse lo intarsio ligneo et la oreficeria), ma gradisco da sempre il sollazzo che reca l'essersi discorde.

p-hpc | Post-Human Processing Center | ausonia

P-HPC è la storia d'amore fra Uto e Sarah, due ragazzi che stanno per finire il liceo. Sarah scompare misteriosamente e Uto scopre che ha deciso di lasciare la scuola per farsi ricoverare al Post-Human Processing Center, una struttura para-sanitaria dove i ragazzi vanno per trovare un impiego sicuro, dopo essere stati trasformati in robot industriali.

(dal sito Leopoldo Bloom Editore)

canovaccio, cumplessione et ridondantie blur

Se l'inganno è una alterazione della realtà, in questa storia l'amore risulta essere una deficienza; il mancante pare difatto il dominatore assoluto dell'intero narrato.
I personaggi di Ausonia connaturano una natura mutila:

Sarah seconda una scelta premeditata passante dalla accusata inadeguatezza umana al vantaggio del sapersi tramutata in utensile efficiente;
Uto persegue una azione consequenziale nel tentativo di comprendere il percorso e ristabilire una vicinanza con la creatura "amata".

Il singolare formato quadro (24x24) archivolta un capace assemblamento di frantumi grafici (disegni e fotografie riedificate) il cui montaggio risulta di molto efficace nel trattamento della struttura prospettico-temporale: l'incalzo bradipo dei frammenti mnemonici, lo smarrimento costante dell'invariabilità e della corretta sequenza del ricordo (e del noto adagio ad esso assommato: "non si perde mai qualcosa se ne si conserva la memoria") pare figliare una progressiva impressione di menomazione vicaria.

L'abuso di sfocatura sulle vignette disegnate genera una strana nausea estetica comportante spesso eccessivi rigurgiti di stasi - non presenti in vece nei riquadri fotografici, sui quali il medesimo trattamento opera piuttosto da amplificatore della poetica.

inani cogiti et sindrome da Dinasta paglierino

Il Centro, al pari della Carcosa Chambersiana, cinghia con la onnipresente fascinazione per la genesi del non esposto;
è un recipiente di scarti volontari, una dimora priva di serrame della cui presenza granitica non vi è traccia alcuna di raccordo previo e nessun fondamento notificato: esiste spoglia di quesiti correlati, uno spazio naturale quanto una elementare funzione encefalica; un costrutto connaturante zone giostranti tra i due emisferi cerebrali (la rilevante considerazione prestata al sinistro - detentore del linguaggio articolato, gerente di programmi e schemi - e l'incalzante fantasma del destro, preposto al riconoscimento della realtà), e popolato da alfa privativi:

l'abasia temporale;
l'agnosia emotiva di Sarah;
l'abrachia di Uto.

Il poderoso ingombro del contesto sociale in questa tipologia ambientale somiglia anch'esso allo spettro cerebrale destrorso;
l'orrore maggiore spetta e pare in vece prodotto dai deficit del singolo, e l'insulto più esteso provocato non dalla prelazione per la mansione industriale, ma da una miseria antropica che non crea e, spreca di sé, risulta priva persino dell'onestà delle funzioni meccaniche; una razza che nasconde il vero della propria sconfitta morale dietro l'apparente rincorsa alla comprensione dell'elemento inseguito.
La stessa persistenza di Sarah nell'ordito non nasce dall'esposizione iniziale del suo vissuto in decustruzione, ma dal processo di ritensione operato da Uto per contrastarne l'assenza; l'unica resa risulta all'effettivo essere di quest'ultimo, e la reale lesione rappresentata dai sentimenti unilaterali che lo muovono, permeati dalla ottusa predisposizione romantica con la quale si rivestono le perdite, elevando a desiderio il bisogno, non più avvertito come sintomo di indigenza emotiva.

A. R. Lurija, riferendosi alla esplorazione delle sindromi dell'emisfero destro ed alle conseguenti turbe che colpiscono il sé, era uso definire "romantica" la nuova scienza neurologica che tale indagine avrebbe richiesto;
l'aggettivo contenuto nella spaventosa locuzione finale di P-HPC pare immettersi in una medesima ottica: terminalmente orbato della avvilente accezione sentimentale comunemente associatagli.

Amaro ed insolito: da acquistare.

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